
Tutto ciò che prende fiato o vita ha a che fare con l’ombra e la luce; la pausa e la gloria con cui il mondo rimescola le carte.
Illuminare è segnare l’orlo del buio attraverso le mille tonalità del grigio o la ferocia del nero. Ma, non c’è vera separazione: la luce siderale nuota nella notte come l’olio sull’acqua e le lettere mitigano l’abbaglio del foglio.
La poesia, poi, si annida gagliarda nel quasi giorno e nella quasi notte.
Il primo e l’ultimo chiarore, prima e dopo i fuochi, un po’ kitsch, d’albe e tramonti.
[Nicola Dal Falco, poeta]
Silloge La luce di Nicola Dal Falco
si piega la luce,
colmando come un lago la valle
e filtra diritta dalla grande vetrata,
entra da un lato del pianoterra,
sfiora l'immenso soffitto,
piombato già in una notte senza nomi,
e scivola via dal lato opposto,
ai piedi dei lecci, neri d'acqua,
piove, incalzando
i discorsi in mille rivoli,
nell'opaca bellezza che effonde dal cielo,
quasi che l'onda di fuori, prima di spegnersi,
abbia potere di scambio e raccolta
il silenzio che, curvo, li avvolge,
un nulla separa e trattiene,
mentre il cielo ripara nella propria
quieta oblazione
***
Impagina luce
l’inverno
e stampa colori,
ha odore di carte
e d’inchiostro,
miscela di bacche
e carbone;
nelle pose del cervo
e del bisonte
non c’è azzurro, ma ocra,
porpora e nero,
animati
da un fuoco
che tuffa la fronte
nel cielo, zampillo
di ruggini, matrice
di bruni.