
Il meglio del vivere sta in un lavoro che piace e in un amore felice” ha scritto da qualche parte il poeta e scrittore Umberto Saba, uomo del secolo scorso. Difficile dissentire, nonostante in questi anni Duemila ci siano tanti modi diversi di intendere il lavoro, rispetto a 100 anni fa. Nella giornata in cui si festeggiano i lavoratori (1° maggio festa internazionale, celebrata da 138 anni) ci piace augurare ai nostri giovani talenti (futuri e presenti) di poter trovare la propria strada professionale senza scorciatoie, ma favoriti da buone occasioni, incontri e scambi che arricchiscano.
Soprattutto auguriamo a loro e a tutte e tutti, che il lavoro ci sia e che dia piacere anche perché, per dirla con Mark Twain altro grande scrittore del secolo scorso, “il segreto del successo nella vita è fare della tua vocazione il tuo divertimento”. E per dirla tutta: anche il nostro nume tutelare Guido Levi, che amava chiamarsi “lucifero” ma definito dal mondo “pittore delle luci”, tra gelatine e proiettori più che avvertire fatica se la spassava con gran diletto, confermando quanto affermato da un tale (forse lo storico Arnold J. Toynbee, ma non se ne ha certezza e alla fine poco importa): “Il massimo risultato che si può raggiungere nella vita è cancellare la linea fra lavorare e giocare“.
Guido Levi giocava con la luce. Vi auguriamo questo. Senza dimenticare, però, che il lavoro è tale se è retribuito congruamente, dignitoso e svolto in sicurezza (come stabilito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, vedi nota a fine pagina).
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Nota: Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale. (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art. 23, 1948)
